Calin Georgescu, nessuno lo ha visto arrivare!

La luce vince sempre sul buio

Created with Sketch.

Calin Georgescu, nessuno lo ha visto arrivare!

Ironicamente potremmo dire che è davvero un bell’esempio di democrazia quello che i governi occidentali stanno dando ai loro cittadini ma, soprattutto ai rumeni che principalmente per lavoro si trovano ospiti nel loro territorio. D’altra parte, sempre in occidente, è ormai tecnica consolidata quella di nascondere i fatti non graditi manipolando l’informazione come nelle più abiette dittature; per intenderci quelle russe o cinesi tanto aborrite e criticate. La differenza però sta nel fatto che mentre lì, in Russia, in Cina o in diversi altri Paesi orientali, il popolo sa che esistono dei limiti, qui, in occidente, il popolo viene ubriacato di falsa libertà mentre, di contro, è solo destinatario di sottili e sofisticate forme di dittatura che vengono realizzate con la collaborazione e l’uso dei media di regime. Cosa è successo di strano in questi giorni tanto da farmi indignare portandomi a fare le considerazioni accennate? La risposta sta nella mancata attenzione data dai media internazionali occidentali ad un fatto a mio giudizio di grande interesse: l’elezione del Presidente della Romania. Perché di grande interesse? Perché la Romania confina con l’Ucraina attualmente in guerra con la Russia e quindi rappresenta un avamposto dell’Europa ovvero del mondo occidentale che si contrappone alla tanto criticata dittatura  russa. In quella “terra di confine” attualmente, avvalendoci della distinzione classica, è al potere la “sinistra” o meglio il PSD (Partito Socialista Democratico) che esprime la sua forza guidando il governo con Marcel Ciolacu candidato in questa tornata elettorale alla stessa Presidenza della Repubblica rumena. Durante la campagna elettorale, sapientemente gestita dai media nazionali che non si sono nascosti troppo nel dichiarare le loro simpatie filosinistroidi, il candidato ha commesso qualche errore come quello di dichiarare, approssimativamente, che all’estero erano andati a lavorare solo i connazionali che mancavano di specializzazione suscitando così la reazione di questi emigrati cosiddetti della “diaspora” i quali non hanno nascosto la loro intenzione di votare per altri candidati. E tra gli altri candidati, dopo avere eliminata dalla competizione Diana Ivanovic Sosoaca del SOS con pronunciamenti della Corte Centrale della Romania e del Biroul Electoral Central, quelli che maggiormente potevano contrastare il leader del PSD gradito all’occidente e all’Europa in particolare, c’erano George Simion appartenente all’AUR (Alleanza Unita Rumena) e Nicolae Ciuca del PNL (Partito Nazionale Liberale) oltre alla ex reporter televisiva Elena Lasconi dell’USR (Unione Salvate la Romania). Era dunque verso costoro che bisognava porre l’attenzione agendo di fioretto proprio a mezzo degli amici media.

Il diavolo, però, come si sa, spesso fa le pentole ma non i coperchi, pertanto ecco che dal cilindro magico, o se preferite dalle urne, al primo turno elettorale, salta fuori un signore di 62 anni dall’aspetto giovanile e con i capelli brizzolati dal nome Calin Georgescu che “quatto quatto” o “tomo-tomo” come direbbe Totò, spiazzando tutti, compresi i sondaggisti che ultimamente non ne azzeccano una, conquista il primo posto con l’apprezzabile percentuale del 22,95% delle preferenze. Al secondo posto, riuscita l’operazione di “eliminazione” dei candidati Simion e Ciuca, ecco una seconda sorpresa per il PSD, avendo fallito la prima posizione, non si piazza l’atteso Ciolacu ma si ritrova una delle tre concorrenti donne, Elena Lasconi, con il 19,17% dei voti superando dello 0,2% l’attuale Capo del Governo. E dove sta lo scandalo? Semplicemente nel fatto che il Signor Calin Georgescu è un “indipendente”, cioè “non dipende da alcuno” soprattutto da quei partiti che si sono pagati la campagna elettorale con i soldi pubblici e hanno beneficiato delle televisioni “amiche”. Il Signor Calin Georgescu per farsi conoscere ha utilizzato un canale diverso che non prevede esborso di soldi pubblici! Egli, intelligentemente, smentendo chi afferma che le persone “di una certa età” non sanno utilizzare i “social” ha capito che proprio i “social” oggi possono arrivare dove le televisioni di stato o sedicenti “libere”, non riescono ad arrivare decretando così l’inizio discendente della loro parabola. Georgescu si è avvalso di Tic-Toc per raggiungere gli elettori dimostrando concretezza e lungimiranza, doti che sono imprescindibili per chi si propone a ricoprire la più alta carica di una nazione. Egli ha studiato le mosse degli avversari e, particolarmente, di Marcel Ciolacu, attuale capo del governo, che si basavano sul sostegno di elefantiache strutture di partito divenute ormai vetuste, fastidiose e impopolari per i cittadini rumeni dentro e fuori i patrii confini. Prevedendo le connivenze delle televisioni estere che non hanno dato una benché minima notizia delle elezioni rumene e dei conseguenti risultati, per mezzo di Tic-Toc il candidato Georgescu ha raggiunto i connazionali della “diaspora” sparsi in tutto il mondo aggiornandoli sui fatti interni, sulla propria persona e sulle proprie idee con invito a sostenerle se condivisibili. In altre parole, il Signor Calin Georgescu ha assestato un colpo mortale alla comunicazione teleguidata che, con il suo silenzio, aveva provato a condizionare il voto dei rumeni negando loro anche il diritto di conoscere l’ubicazione dei seggi per coloro che avevano diritto al voto e si trovavano all’estero.

Non voglio con questo articolo osannare alcuno o biasimare altri, perché, tanto, destra, sinistra, centro, sopra o sotto sempre uguali sono, voglio solo sottolineare che, come diceva Venditti, in questo mondo di ladri non si può sempre rubare impunemente imbrogliando il popolo.

Adesso il Signor Calin Georgescu, reo di lesa maestà per essersi posizionato al primo posto, deve essere pronto a parare il fuoco pesante che batterie di cannoni spareranno verso di lui! In questi quindici giorni che lo separano dall’esito del secondo turno, non essendo gradito ai poteri non tanto occulti dei partiti interni e ai governi occidentali, gli apriranno tutti gli armadi in cerca di scheletri nascosti, lo accuseranno di cose mai fatte e mai dette o, se fatte o dette, travisate ad arte, verrà messo nel tritacarne mediatico e contro di lui si muoveranno poteri e contropoteri cercando di sbarragli la strada in tutti i modi. Egli, ma questa mia raccomandazione è superflua, dovrà mantenere i nervi saldi come ha fatto finora, non lasciandosi coinvolgere in risse da comari e resistendo alla tentazione di essere trascinato in salotti-pollaio dove verrebbe attaccato da starnazzanti galli e galline e, giocoforza, soccomberebbe coperto dal fango che la macchina della comunicazione televisiva spande copiosa contro chi non si allinea al pensiero dominante.  Solo se saprà resistere all’isolamento che attorno si tenterà di fargli potrà avere, continuando sulla via intrapresa, la fiducia dei suoi eccezionali e laboriosi connazionali ansiosi di avere un Presidente della Repubblica indipendente e libero di potere dire quello che pensa perché non legato a manovre di partito. I rumeni meritano questo e molto altro e a noi, occidentali drogati di falsa libertà, in uno sprazzo di lucidità mentale, altro non rimane che augurare al popolo rumeno il meglio per il compimento della loro democrazia, si chiamasse pure Elena Lasconi o Calin Georgescu accusato di tutto e di più in questi pochi giorni che li separano dal secondo turno elettorale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *